Incipit
C'è un momento giusto per ogni cosa. Un attimo preciso in cui qualcosa accade e basta. Senza preavviso. E è senza preavviso che nascono queste parole. Il Piccolo, che domani compie 14 mesi, dorme beato nella culla. E' la prima volta da quando lo conosco che si addormenta così all'improvviso e soprattutto in pieno giorno. Da quando è atterrato sul mio torace, in basso sotto il seno, appoggiato lì da un'infermiera distratta che voleva farmelo allattare subito, un secondo dopo nato. "Ma è troppo in basso", ripetevo io. "Ci arriverà da solo", rispondeva lei. E infatti con la sua testolina minuscola, annusando la mia pelle, scivolando su di me ci è arrivato. Occhioni spalancati e manine morbidissime. Ha trovato il suo nutrimento e io il mio.
Un paio di centimetri e era lì, attaccato di nuovo a me. E è da quel preciso istante che lui non ha voluto saperne di dormire a lungo di giorno. Solo brevi riposini, al massimo di mezz'ora. "E' una fortuna", mi sentivo ripetere. "Dormirà la notte", mi dicevano. E' vero sì la notte dorme....ma il giorno no. E io di giorno dovrei anche lavorare.
Si appunto lavorare. Da quando la mia pancia è diventata troppo ingombrante ho dovuto smettere. Giornalista in giro tutto il giorno. Senza orario, pranzo, soldi in tasca. Con un bimbo non era più possibile. "E' ora che cresci e ti trovi un lavoro vero!", mi consigliavano a casa. Beh il lavoro vero non è arrivato. E quello finto provo ancora a farlo. Dopo anni di precariato, studi e tesserini. Tra una pappa e l'altra. Tra un pannolino sporco e l'ennesima ninna nanna per farlo addormentare, ci ho provato. Eccome se ci ho provato. Che non era facile lo immaginavo. Ma ora ne ho la certezza. Quando poi il direttore di una piccola tv locale ti dice: "Hai figli? No vero?". E io: "Beh sì .... ho Il Piccolo di un anno". E lui: "E come farai con il bimbo?".
Accadeva appena una settimana fa, durante un colloquio. A questo punto una riflessione nasce spontanea (detta un po' alla Marzullo). E è a questo punto che ho deciso di scrivere. C'è un momento giusto per ogni cosa. Un attimo preciso in cui qualcosa accade e basta. Senza preavviso. E è senza preavviso che nascono queste parole.
Un paio di centimetri e era lì, attaccato di nuovo a me. E è da quel preciso istante che lui non ha voluto saperne di dormire a lungo di giorno. Solo brevi riposini, al massimo di mezz'ora. "E' una fortuna", mi sentivo ripetere. "Dormirà la notte", mi dicevano. E' vero sì la notte dorme....ma il giorno no. E io di giorno dovrei anche lavorare.
Si appunto lavorare. Da quando la mia pancia è diventata troppo ingombrante ho dovuto smettere. Giornalista in giro tutto il giorno. Senza orario, pranzo, soldi in tasca. Con un bimbo non era più possibile. "E' ora che cresci e ti trovi un lavoro vero!", mi consigliavano a casa. Beh il lavoro vero non è arrivato. E quello finto provo ancora a farlo. Dopo anni di precariato, studi e tesserini. Tra una pappa e l'altra. Tra un pannolino sporco e l'ennesima ninna nanna per farlo addormentare, ci ho provato. Eccome se ci ho provato. Che non era facile lo immaginavo. Ma ora ne ho la certezza. Quando poi il direttore di una piccola tv locale ti dice: "Hai figli? No vero?". E io: "Beh sì .... ho Il Piccolo di un anno". E lui: "E come farai con il bimbo?".
Accadeva appena una settimana fa, durante un colloquio. A questo punto una riflessione nasce spontanea (detta un po' alla Marzullo). E è a questo punto che ho deciso di scrivere. C'è un momento giusto per ogni cosa. Un attimo preciso in cui qualcosa accade e basta. Senza preavviso. E è senza preavviso che nascono queste parole.
e sì, il bello di avere un blog è proprio questo: puoi scrivere quello che vuoi, come vuoi, quando vuoi, e poi se c'è qualcuno che lo legge tanto meglio.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per il lavoro ti auguro tanto di riuscire a trovare quello che cerchi.
Torno a trovarti presto.
Ciao!