Via dal nido

"
- Signora, per entrare deve indossare i calza scarpe.
- Ah ...
- Ci sono bambini piccoli che gattonano ...
- Ah (anche il mio -penso- ma a casa non uso i calza scarpe)
- Sà per i germi ...
- ah. "
Una mattina come tante. Fuori piove, niente mare. Decido di andare con Il Piccolo alla ricerca del Nido giusto. Per iniziare. Per provare. Lui è entusiasta. Alle maestre sfodera i suoi sorrisi migliori.
Il primo tentativo è una delusione. Sarà per i calza scarpe. Sarà perchè al Piccolo viene già ordinato di fare silenzio e di non toccare i giochi sparsi ovunque. Sarà perchè somiglia tanto a un parcheggio. Vado per esclusione. Nella mia città non c'è una grande scelta. Ma stamattina mi sono svegliata con caffè nero nero, gocce di pioggia sui vetri e tanta determinazione.
Sa da fare. Deve andare. Per forza. Perchè ho bisogno di lavorare e perchè non sono fra le fortunate mamme che hanno i nonni tutto fare. A settembre si inizia. O la va o la spacca.
Secondo tentativo: suono a lungo il campanello. Lo spazio fuori, recintato, è uno sputo di cemento sotto un palazzone di 4 piani. In alcuni angoli erba sintetica. E una casetta Chicco. Arriva al portone una giovanissima educatrice (fresca di laurea ndr.). Qualche giro di chiave e siamo dentro. Sembra di entrare in una piccola prigione. E l'impressione nel grande salone gioco è la stessa. Spazi delimitati da box. Passeggini. Ovetti. E ovunque giochi. Elettronici per lo più. Molti uguali a quelli del Piccolo. Saluto in fretta e fuggo. Non riesco a immaginare Il Piccolo rinchiuso lì.
Ma il terzo tentativo si sà è sempre il migliore. Perchè non ci può essere di peggio. E' un vecchio Istituto di suore. Una cooperativa gestisce un centro per pochi bambini. Non ci sono le pareti con colori atossici, quasi tutti i muri sono scrostati, e non ci sono giochi elettronici. Ma tanti tanti colori. Lavoretti alle pareti. Foglie appese intorno. E le foto. Bambini sorridenti che giocano sporchi in terra. Con le facce dipinte. E poi c'è la palestrina. La stanza per la pappa (non con seggioloni come negli altri nidi che ho visitato ma con mini tavoli e mini sedioline). Il Piccolo si siede e batte le manine sul tavolo. "Pappa - Pappa", esclama. E' uno dei sette nani, ne sono certa. C'è la stanzina per dormire, con un grande albero dipinto sulla parete, le mini brandine e i libri di favole. C'è il parco giochi. Con il parcheggio per i tricicli. E lunghi corridoi dove Il Piccolo già corre. Come se già conoscesse quel mondo. Un piccolo mondo da scoprire. A lui piace. A me anche. E' deciso.
E per entrare non indossiamo i calza scarpe. Ecchessaràmmai. I piccoli devono fare esperienze. E quando si sporcano lavano le manine nei mini lavandini del mini bagnetto. Qualche mamma blogger è della mia stessa opinione? Mi piacerebbe sapere come sono i nidi dei vostri piccoli. 

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